vorrei che non fossero momenti, perché avrei bisogno della tua presenza costantemente.
Sei ancora più donna di quando ci eravamo salutati l’estate scorsa, sulla porta di casa tua: il tuo quarto di secolo è il migliore che abbia mai incontrato.
Quante cose son successe, eh Silvie’?
Se non avessi avuto te durante quei giorni non lo so come l’avrei vissuta ed è singolare che tu ci sia ogni volta che mi trovo di fronte a dei cambiamenti importanti.
Quanto ti parlo, quanto mi ascolti.
Ho st’immagine di noi due in terrazza, con te che sei lì a registrare tutto quello che snocciolo, a sintetizzare i miei pensieri, per poi rivalutare le cose, considerare altri aspetti che – nonostante la mia solita capacità analitica – riuscivo a perdere comunque.
E ieri sapere che ti avrei vista – anche se il tempo è stato tiranno – ha fatto la differenza sulle ultime, senza che praticamente ci dicessimo nulla.
Poche righe, dunque, solo per dirti di nuovo grazie.
Ti voglio un bene dell’anima.

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