Il cuore di cartapesta come in quel presepe

che da bambino, con gli altri compagni d’asilo, tiravo su. E come un quadro che negli anni si scolora, ha bisogno di un restauro, di una ravvivata. Pensavo che il tempo continua a rubarsi i giorni con ingordigia, a come sarebbe tutto diverso se conoscessimo la nostra data di scadenza, mentre gelavo uscendo da Termini.…

E un po’ di pioggia, magari, laverà strade e pensieri.

Il ronzio a volte è più leggero, altre più pressante. Si finisce per essere prigionieri di qualcosa che ci costruiamo da soli, possibili realizzazioni, ambizioni espresse, pregresse. Ho imparato ad evitarlo, basarmi soltanto sul tangibile che provo, vedo e ascolto. Quello che mi va di fare, io lo faccio. Pensavo a te ieri mattina, niente…

Era l’84, tu avevi la mia età di adesso,

io avevo appena sei anni, tu eri dietro i baffi lunghi ed una fisionomia più magra, io dietro il viso di un bambino con la pelle liscia e il naso piccolo e perfetto, che se non ricordassi quando me lo sono rotto, giurerei che me lo abbiano sostituito durante l’adolescenza. Una stampa ad aghi, che…

Le sigarette mal fumate e buttate,

il tempo troppo variabile per un’estate in corso, la pelle bianca che indossi e una porta girevole da dove tu hai scelto di uscire. Quando l’altra notte camminavo sui cornicioni incerti della mia emotività, ho ritrovato l’ultima immagine che ho trattenuto di te, ho ritrovato la tua schiena, la montagna di capelli che porti a spasso…

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