Avrei voluto scrivere tutt’altro oggi,

ma tra il caos al lavoro e gli ultimi avvenimenti non ne ho avuto proprio il tempo.
È stato un periodo particolare: se ne è andato un genio innovatore, un luminare della scienza, un conclamato dittatore, un giovane attore, un grande sportivo, nonché delle semplici persone che in un giorno qualunque hanno avvertito la terra tremare sotto i piedi.
Chiedete ad ognuno di loro – se mai si potesse – se non tornerebbero indietro per godersi tutto il tempo sprecato, quello che buttiamo e perdiamo tutti quanti come se fosse di troppo, quasi non servisse.
Immaginate da soli la risposta, giusto?
Me ne stavo fra i prati a respirare aria, a godermi un abbraccio, con uno spettacolare animaletto di donna addosso e mentre lei si ubriacava di un po’ di meritato riposo, mi sono domandato se non servisse ancora qualcosa e sorridendo con quel sorriso idiota che mi viene tante volte, spegnendo ogni pensiero, mi sono risposto dicendomi che già quella era felicità, una bella e corposa fetta di felicità.
Le piccole cose contano più di tutto l’accessorio sfarzoso che bramiamo con tanto affanno.
La morte serve soltanto a dare un valore, a ricordarti che quanto vivi ha un peso fin tanto lo puoi vivere.
Restiamo sotto il sole un altro po’.
Un appunto però devo farlo, è imbarazzante la capacità che hanno alcune persone di associarsi a questo o a quel tema soltanto per far parte del mucchio.
Buon inizio di settimana.

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