questo post svela totalmente o in parte i contenuti del mio primo romanzo: “tutto quello che resta“. Dunque se avete intenzione di acquistarlo o di farvelo prestare, non proseguite nella lettura!

È trascorso più di un anno e mezzo da quando ho deciso di impegnarmi nella stesura di tutto quello che resta. Mesi di riflessioni, pensieri, idee e immagini da snocciolare parola dopo parola nelle 221 pagine che compongono la storia di Mattia, Gianluca, Sara, Chiara ed Ico. Non è stato facile e la soddisfazione di quando si piazza l’ultimo punto alla fine dell’ultima frase, non è descrivibile. Molti di voi hanno sempre apprezzato il mio modo di descrivere la vita, i contesti, i miei punti di vista sulle cose, ma creare un filo conduttore per personaggi immaginari e renderli affascinanti, divertenti, intriganti e familiari ad un occhio esterno e generalmente critico, spaventa. Spaventa perché ci sono tante persone che provano a tirar fuori quello che hanno dentro e vengono criticate oltre il concepibile. Anche se è vero che il mio desiderio di scrivere un libro non è mai nato con l’ambizione di voler mettere in commercio un best seller e di diventare ricco, anzi. Volevo e voglio dare la possibilità a chi pensa che io abbia le capacità per farlo, di leggere le storie che con il mio vissuto riesco a narrare. Tutto quello che resta, nonostante diverse analogie, non è un romanzo autobiografico. L’incipit lo è. Chiara e Sara sono esistite, esistono davvero. Ma si ferma tutto lì. Sono abbastanza diverse dalle ragazze descritte e i fatti hanno avuto un esito diverso. Al tempo decisi di rimanere con Sara, sensi di colpa in fondo, era una storia già finita e poi abbiamo intrapreso strade molto distanti. Mattia, ovviamente, mi somiglia molto, molto più per un discorso interiore che fisico. Gianluca, il migliore amico di Mattia, è un incastro di più personalità di amici (e amiche) che ho avuto nella vita. Ico, invece, non è esistito, se non nel soprannome di una mia vecchia conoscenza. La scelta di Milano, riconducibile a quella che ho fatto io nel 2003, non è contestualizzabile ai motivi della scelta di Mattia, ma non potevo mandarlo altrove, d’altronde oltre Roma è la seconda città che conosco meglio. Vado con l’analizzare alcuni punti. In linea generale sono soddisfatto di quel che ho scritto, avrei voluto una maggior cura per qualche errore di battitura, tuttavia qualcosa è rimasto e, a meno che non venga acquistato da un’altra casa editrice e venga proposta una seconda edizione, rimarrà. Trovo che la seconda parte sia scritta meglio e perché avevo preso più dimestichezza narrativa e perché mi ero appassionato molto di più nello scrivere. Difatti è proprio nei primi paragrafi che ho trovato maggiore difficoltà. Vero è che dopo i primi due/tre paragrafi, il ritmo diviene incalzante e si finisce abbastanza in fretta. I colpi di scena sono molti, è vero, ma trovo che spiazzare – razionalmente – chi è dall’altra parte, sia il massimo per scrive. Il diario di Serena, la gravidanza inaspettata di Sara, la morte di quest’ultima, il finale amaro, la partenza di Mattia, credo meritino davvero, così come altre piccole cose. Potevo scriverlo meglio? Forse, ma non credo che anche gli altri autori (emergenti e non) abbiano scritto subito il capolavoro della loro vita. La maggior critica subita (grazie per i modi in cui mi sono state fornite) riguardano una romanticheria forse eccessiva da parte di Mattia. È vero, Mattia è un romantico ed è molto poco cinico. Si lascia andare a ciò che i suoi sentimenti richiedono e seppure manchi spesso di sprazzi da pragmatico, ricordiamoci sempre che è poco più che ventenne e a quell’età o si è furbetti o si crede ancora in qualcosa. Mettiamoci pure che Chiara è bella/seducente/affascinante/simpatica e si fa presto a capire come abbia fatto a cascarci con tutte le scarpe. Detto questo, ringrazio tutte le persone che mi hanno dato fiducia acquistandone una copia o semplicemente quelle che mi hanno costantemente spronato ad andare avanti. Dal canto mio posso garantirvi che il seguito, “di un amore“, oltre a godere di una maggiore attenzione e applicazione, saprà appassionarvi come e meglio del suo predecessore.

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4 thoughts on “Attenzione:

  1. Già questo ke hai scritto ha catturato la mia attenzione…nn sono una ke ha la passione della lettura…dei libri…però quando mi accorgo ke già solo l’introduzione mi colpisce…vado fino in fondo e lo leggo…

    sono convinta ke il tuo sia un bel libro…come lo saranno ancor di più quelli ke verranno..lo sa meglio di me ke la bravura cresce col tempo e con la pratica…

    un abbraccio e complimenti ancora…

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