che potrebbe essere la solita, lenta, angosciante domenica, oppure prendi questa, in cui ti svegli con le migliori intenzioni e cerchi di incanalarla sulla via giusta da principio.
E c’è il gelo fuori e l’allegria che scalda dentro, c’è il tuo pensiero, il tuo odore, c’è quella sensazione di bello che non ricordavo o, forse, non sapevo.
Una doccia per svegliarsi e guardarmi intorno e non avere un cazzo di phon, poi vestirsi, fare colazione e scendere e trovarti inaspettatamente.
E inaspettatamente conoscere, scoprire, un altro lato di te.
Io non faccio gesti carini, io faccio quello che sento, quello che voglio, magari poi mi rendo conto di aver sbagliato e domando scusa e magari poi le scuse non sempre bastano o servono.
Il momento giusto, il momento sbagliato.
Le cose – sono portato a credere – accadono quando devono accadere.
Spero che il proseguo della tua giornata sia un’evoluzione positiva, davvero.
Io non so nulla di te, nulla di più di quello che ho colto, mi hai detto, altro rimane nei contorni sfocati della superficie, nelle cose che scopro giorno dopo giorno, e anche se potrebbe risultarti insolito, rimango dalla tua parte.
Più di tutto, preferisco vederti sorridere e chissà, forse ti vedrò presto farlo, viceversa, andrà bene uguale: i sorrisi arriveranno.
E stasera ti aspetterò comunque.

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