della sveglia. Di nessuna sveglia, anche se ho messo la suoneria degli uccellini cinguettanti nel bosco al posto del normale “titititi-titititi-titititi”. Vi lascio immaginare la mia espressione al risveglio. Anzi no, evitate di immaginarla. Sconsigliabile ai deboli di cuore. Ed è così che poi con affabile candore interiore che mi avvio al bagno a specchiarmi e a cercare di cavarmi fuori gli occhi dalle palpebre con acqua ghiacciata. La colazione poi è un martirio veloce: sono finiti da mesi e mesi i tempi in cui macinavo merendine su merendine nel latte. Oggi è semplicemente una spremuta d’arancia con tre biscotti Privolat e annesso caffè al primo bar che incontro a Roma. Nonostante tutto, a un’ora dal risveglio, nascosto dagli occhiali da sole e cementata un’espressione umana sul viso, riesco ad immergermi nella calca della metro e a non addormentarmi in quella posizione che ricorda strane figure mitologiche: a metà tra uomo ed una porta scorrevole del vagone. L’arrivo in ufficio, poi, è accompagnato da una decina di minuti a piedi, dove incrocio ormai sempre le stesse persone con così tanta costante frequenza che se non le incontrassi, chiederei agli altri di loro. Sono uno che si preoccupa. Qualche persona, di solito, è giù al portone tra sigarette, chiacchiere da bar e cazzeggio. Le invidio, per me è così sconvolgente iniziare la giornata lavorativa che mi viene da dire: “ma che cazzo c’avete da parla’ tutti quanti?” Poi mi passa, giuro, è solo l’istinto omicida di quando si fa qualcosa che non si ha voglia di fare. È che la mattina sono molto bradipo. Avrei bisogno di dormire fino a mezzogiorno: le mie notti finiscono di solito nelle ore piccole e quindi non sento mai di aver recuperato abbastanza. Sì, lo so, qualcuno potrebbe dire: “ma dormi prima no?” Eh.. così tante cose da fare e così poco tempo! Verso le undici però sono in ripresa. Il secondo caffè è miracoloso (anche se spesso è decaffeinato:condizionamento psicologico della gestualità?), come la seconda sigaretta della giornata. A quel punto sono di nuovo me stesso e la giornata procede senza problemi con tutto il bello che spesso porta… ma come è dura iniziarla!

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13 thoughts on “Non mi abituerò mai al suono

  1. certo che si è capito! … sto sorridendo…e dovresti farlo anche tu…buona giornata pat

  2. Condivido il tuo odio per la sveglia. Non c’è cosa che mi irrita di più di quell’insopportabile “qualsiasiessosia” suono mattutino!!!Inoltre…vietato rivolgermi la parola prima delle 10.30 :-P!*BlUeLuNe*

  3. @meandmynd

    Sii forte anche per quella di oggi.. Io sto di primo caffe`;-P

    @acquadolce77

    Ciao dolcettina 🙂 Grazie per il passaggio, a te il buongiorno..Baci

  4. Tempo fa anch’io avevo gli uccellini come sveglia, ma dopo qualche giorno non li sentivo più…mi ero talmente calata nella parte da immaginare di trovarmi in qualche isoletta sperduta con il solo rumore della natura…adesso fa titititi-titititi in crescendo! 🙂

    Pure io non sopporto le parole appena sveglia. Solo il buongiorno se incontro qualcuno…

    Buongiorno! 😉

  5. @dragonflylife

    Effettivamente all’inizio nel dormiveglia ho come l’impressione di essere in un sogno fiabesco.. Certo che pero` quando si alza il volume, sembra che gli uccellini si sono presentati in camera a beccarmi;-)

    Per l’appunto, buongiorno!

  6. L’idea degli uccellini fà molto Hitchcock… credo comincerei ad odiare ogni pennuto se mi ritrovassi conuna tale sveglia.

    Trovo invece utile lasciare che la luce dell’alba entri liberamente, mi permette un risveglio simil-naturale, anche se il suono della sveglia continuo ad odiarlo, lo giuro!

    Ma il peggio è entrare in ufficio e dover parlare con chi incontro: bleah…

  7. @LondonSunshine

    Resta il fatto che pagherei io per poter dormire fin quando ne ho voglia.. per poi arrivare in ufficio e fare tutto con calma.. Grazie di essere passata.

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