puntuale alle venti, Ema era sotto casa e ci siamo avviati al ristorante . Inclusi a sorpresa in un festone di Walter, di uno di quelli dei grandi del Bar Remondi, abbiamo mangiato un ottimo antipasto misto, due primi, un secondo, una fetta di torta, con un ottimo vino ad annaffiare il tutto. Quindi Walter, grazie per la cena e buon compleanno! ^^
C’era poi in supporto una camierera aggiuntiva, che non era esattamente il mio tipo (che poi fatevelo dire da Silvia qual è il mio tipo, perché inizio ad avere difficoltà a capirlo e lei sembra avere le idee più chiare delle mie^^) che aveva un visetto che era un amore e a fine serata, prima di andare ho dovuto dirglielo. Quanto mi piace non tenermi le cose ed esporle, le famose porte che uno non apre mai e che invece deve aprire.
Poi, speranzosi di non incontrare una pattuglia che ci facesse l’etilometro, siamo arrivati al John Bull e ci siamo fermati un’oretta al bancone e abbiamo fatto anche un mezzo colpo su due delle tre che avevamo dietro, ma la terza, deve aver detto qualcosa tipo “sono stanca” e sono andate via. Fondamentalmente non mi interessavano neanche, vale il pensiero Stella: “Giannetto è ora che impari a stare da solo”. E ha pure ragione. E’ il caso che me ne sto un po’ da bravo con me senza creare casini, cercando di vivermi al meglio. Sto aspettando mia madre o qualcuno che si manifesti in casa per mettermi il cerotto impermeabile sopra i punti o non posso docciarmi. Vi auguro un buon sabato.
su quello puoi scommetterci 😉
ti lovvo