ogni responsabilità ed infatti, come succedeva quando mi capitava di parlarne con terzi, ponevo come difesa a una scelta forse sbagliata, la mia difficoltà oggettiva di adattamento. Come a dire: “non è colpa loro, sono io che non sto mai tranquillo, che sono irrequieto”.
Ma l’illuminante discorso di poche ore fa con Eleonora, mi ha lasciato basito. Quindi no: questa volta ognuno si prenderà le proprie responsabilità. Avevo pensato, vedendola on line, che ignorarla e lasciare cose non dette, sarebbe stato oltremodo ingiusto, visto che a lei ero particolarmente affezionato, per cui sono stato il primo ad esternare qualcosa in quella sessione di Chat. Non era tanto la sua ovvia acredine nei miei confronti a pesarmi. Ma non ammettere errori da ambo le parti, ed enfatizzare discorsi tutto sommato di secondo piano per alimentare alibi, era profondamente ingiusto.
In primo luogo, ricordo che il primo teorico appuntamento al Barrique, non era fra me e Stella, ma fra me ed Eleonora. Ma mentre io, vivevo il tutto con il desiderio di incontrare una persona che in un certo qual modo sentivo amica, per lei le cose erano evidentemente diverse tanto che Stella poco tempo dopo mi aveva confessato: “era difficile gestire la mia emozione quando ti ho visto uscire dalla macchina, ti avevo riconosciuto subito e, quando sei entrato, dovevo far finta di niente considerando l’interesse di Eleonora per te.”
E considerando quanto Stella fosse presa da me, non riesco ad immaginare un valido motivo per il quale dovesse mentirmi.
In seconda battuta, invece, ci tengo a precisare che Alessio era il mio pupillo e che in una situazione logica e razionale, non mi sarei mai comportato con così poca chiarezza verso di lui. Ma ricordo bene che più di una volta l’ho avvertito delle mie uscite con Stella fino a tarda notte (mattina?) e che se era vero che mi ero arrogato il diritto di credere che avrebbe intuito senza che esplicassi i dettagli di cosa vivevamo, era altrettanto vero che lo facevo solo per tutelare possibili rimasugli di strascichi sentimentali ancora in piedi. E senza problema alcuno, quando ho saputo che non l’aveva presa come io e Stella credevamo, sono stato io a fare il primo passo verso una riconciliazione.
Quello che mi preme in fondo, nonostante milioni di parole di discorsi tutto sommato sterili, è comprendere l’atteggiamento di Eleonora. Mi ha dato del falso, dell’opportunista e di quello che si fa scudo delle proprie deduzioni per giustificare una causa. Mi ha detto che non sono stato in grado di essere me stesso con nessuno, capace solo di giudicare gli altri e non ciò che sono. Ebbene, non sono un santo e non voglio difendermi per alcune azioni discutibili da parte mia, ma nel suo bel discorso, tipico di chi è abituato a screditare per tutelarsi, ha dimenticato che alcuni di loro hanno mantenuto con me rapporti completamente sani, ha dimenticato che molti dei miei errori sono nati per via della sua incapacità di mantenere segreto, come normalmente avviene fra amici quali evidentemente non eravamo, un mio sfogo, una mia esternazione in un momento particolare in cui ero evidentemente deluso per le ragioni che sappiamo.
Come se io, nei giorni delle sue confidenze, fossi andato da chi sa, a spifferare in malo modo ogni cosa.
E’ questo che non tollero, ed è per questo che lei è l’ultima persona che può parlare di onestà e correttezza nell’economia generale della situazione.
Forse sono troppo malizioso, forse folle o semplicemente sveglio, ma  mi viene da pensare che il mio mettermi con Stella non è andato di traverso soltanto ad Alessio.

Vedi Eleonora,
posso anche essere caduto in fallo non essendo stato sempre completamente me stesso, ma se una persona si sfoga con me, se paleso affetto e fiducia, che se esprimo contentezza per la fiducia offerta, di avere piacere di viverla, beh, non la tradisco. Mai ed anzi al contrario, cercherei di aiutarla magari pure prendendola a calci se necessario, ma non farei partecipe l’interessato di detto sfogo, confidenza. In questa maniera, oltre ad aver tradito la fiducia in te riposta, ad essere stato indotto io a compiere gesti più o meno onesti, mi hai portato a credere che la bella amicizia che mi hai ostentato, era solo una maschera per un secondo fine ormai evidente e questo è infinitamente triste.
Nella vita spesso vince, chi sa accettare una sconfitta e avere la forza per ricominciare.

Stella,
Non hai idea di quanto pesino queste ultime righe di commiato.
Nel breve tempo che ti ho avuta vicino, mi hai fatto stare bene, bene davvero. Forse è dovuto alla nostra sontonia. Finisce tutto negli archivi degli amori mai nati, di quelli che avrebbero potuto essere e non saranno e, ogni volta che penserò a te, mi chiederò sempre se non ci sarebbe potuto essere qualcos’altro che avremmo potuto scegliere, piuttosto che lasciarci naufragare così. Sei il rimorso che mi fa compagnia in queste notti senza sonno qui al nord. Colpevole di aver compreso troppo tardi, che non è solo l’occasione persa a pesarmi, ma il desiderio di impararti nell’impossibilità di concretizzarlo non soltano per volontà nostra.

Concludo, questo capitolo della mia vita, rendendomi conto di quanto sia effimero pensare e non avere il coraggio di esporlo, vizio che abbiamo tutti. E’ realmente grande chi mette da parte l’orgoglio e si espone e qui, in questa notte così serena e silenziosa, fra la tristezza di quello che è perso e l’euforia di quello che sarà, auguro a tutti, con tutto il cuore, che il tempo ci faccia più grandi di quello che siamo e che giorno dopo giorno riusciremo a costruire la scala che ci permetterà di raggiungere i nostri sogni.

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