il problema è però quando senti il freddo pungerti dentro. Lo capisci quando arriva il momento di andare avanti, mettere da parte, e più di altre, mi aveva segnato quella tua interpretazione, perché: “io non vado ad immaginare ci sia chissà cosa dietro un atteggiamento, semplicemente lo vivo per quello che è”. Il punto è che tendiamo a giustificare – meticolosamente – milioni di situazioni soltanto perché ci vedono al di dentro di quelle stesse, ci sentiamo responsabili o ci sentiamo troppo coinvolti, mentre in realtà bisognerebbe essere pratici in ogni contesto. Meno riflessioni, meno ansie, meno nervosismi, meno tempo perso in tacche inutili e fuorvianti. Qual è, tuttavia, il limite fra un potrei ed un dovrei? Non lo sai, non lo sai mai sul serio, lo apprendi sul momento, dato che quando il cuore ci va di mezzo, la razionalità si fa passeggiate lunghe e i sentimenti inglobano ogni metodicità utile a perorare la causa velocemente. Che peccato. E io ho un rapporto atipico col passato, non l’ho mai davvero rimosso e di certo non l’ho più considerato nella stessa maniera di qualsiasi presente vissuto. Ecco, forse ogni tanto mi avrebbe fatto piacere sentirlo con la stessa intensità, corposità, consistenza che aveva avuto. Capire perché per altri contasse in maniera tanto determinante. Ci sono persone che probabilmente riescono a farlo meglio di me: convivono con le sensazioni addosso del trascorso ed ancorandosi a quelle si perdono quanto hanno tra le mani, possibilità che forse non torneranno o magari sì, che però nel momento non vengono prese in considerazione come sarebbe giusto fare. Ecco perché a volte è necessario forzare un passo, pure quando appare come un’imposizione verso sé, quando ci sarebbe bisogno di un attimo ancora, che tutto l’amore che si ha, che si può suscitare, qualche volta non è abbastanza, non è più forte delle paure, dei timori, delle insicurezze, dei ricordi e allora non rimane che dire grazie, scusarsi per il disturbo e accomodarsi fuori chiudendo la porta e proseguire per il corridoio e prepararsi per la prossima da aprire. E se c’è da leccarsi qualche ferita, quantomeno, il sangue non sarà amaro e ci sorrideremo su.
..femmina come la terra, femmina come la guerra,
femmina come la pace, femmina come la croce,
femmina come la voce, femmina come sai, femmina come puoi..
..femmina come la sorte, femmina come la morte,
femmina come la vita, femmina come l’entrata,
femmina come l’uscita, femmina come le carte,
femmina come sai, femmina come puoi..
(Ligabue – Il giorno dei giorni)
Finalmente Già.
Eh lo so.. Mi mancavi <3
Anche tu Già. Davvero.
Scrivi pure quando vuoi, voglio starti vicino;-)
Più di quanto non pensi Già.
E allora ci stiamo tutti vicini anche se non siamo vicini.