Unisco i puntini, seguo i numeri

e non posso sbagliare, sono davvero consequenziali.
Il cielo ricorda lo stesso cielo che si intravede nel quadro di Bosch dedicato alla cura della follia: mera casualità?
Quando sono sceso a fumare c’era una macchina come la tua fuori, parcheggiata in doppia fila, di quel colore indefinito di cui se ne vedono troppe in giro, che ogni volta sono alzate di testa e annessi sorrisi.
E tralasciando un momento incerto e un una mano indolenzita, ho quel piglio che mi conquista particolarmente, quello di idee che divengono costruzioni, che si incanalano nella realtà quotidiana e non rimangono soltanto intuizioni.
Mi conosco fin troppo bene e so cosa ho in mente.
Mi piaceva il tipo di interazione che si era creata, mi stuzzica scoprire di quante piccole cose ti sfuggano, che ti lascio passare per poi sorprendermi nel sorprenderti.
Mi piaceva anche che riuscissi a cogliere la sensazione che avevo addosso, ma forse nemmeno l’avevo filtrata, non era importante farlo.
Ormai è tutto così evidente.
Ed è il weekend, già pieno oltre il reale tempo che potrò dedicargli, dietro agli impegni, alla telefonata che aspetto, a quel monolocale da far mio.
E tu, tu hai ragione.
Passate un buon tempo.

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