Ascoltavo in un silenzio caustico, “Tutto quello che ho di te”

di Masini. Non avevo niente in fondo, niente nell’immenso tutto che è sempre stata la mia vita.
Incontentabile.
Come quando papà diceva che era ora di rientrare e io mi impuntavo e volevo rimanere ancora sul bagnasciuga a giocare fra paletta e secchiello o con una bancarella improvvisata vicino alla cabina con i giochi che mi avevano stancato, per guadagnare pochi spiccioli utili a poco.
Sono un pazzo incosciente, quand’è il momento di dare offro sul serio tutto, che problema c’è: quello che dai è l’unica cosa che nessuno potrà negare mai.
Sono giorni intensi, come un disegno che ammucchia più immagini fra loro e il foglio è ingombro di colori, difficile districarsi, eppure bisogna farlo con un micro passo per volta.
Trovare il filo che tutto lega e non lasciarlo scivolare dalle mani.
Avevo un libro da bambino, che mi spaventava ed affascinava, ed era il libro che ha dato il via a questa voglia mia di esternare. L’ho cercato in tutta casa, ma non l’ho più trovato, così sono andato in libreria e l’ho acqusitato, felice come se avessi lo stesso sorriso di allora nello sfogliarne la pagine e sentirne la carta sotto le dita.
Riesco ad emozionarmi da solo.
Presuntuoso per antonomasia, convinto di avere sempre ragione, ma capace, a posteriori, di accettare una critica e mettermi in discussione, perché presunzione e stupidità non vadano d’accordo.
Ho i segni sulle mani delle difficoltà che ho attraversato e non rimpiango nulla del mio passato e devo molti grazie, per chi ha capito, per chi ha saputo guardare oltre.
Ho fatto alcuni errori, innegabile, ma soprattutto errori di valutazione che in seguito hanno avuto un peso ben specifico, tuttavia sono ancora qui a crederci a dimostrare che un obiettivo, una meta, vada sempre seguita.
Ho rinnovato l’hosting di appuntidivita.it soltanto questo.

Related Posts

2 thoughts on “Ascoltavo in un silenzio caustico, “Tutto quello che ho di te”

Rispondi