E’ come riporre due foto diverse in controluce sul vetro della finestra. Stava accadendo ora con le mie idee. Solo che una delle due si è appena arresa, allo spazio, al tempo, alla stanchezza. Mi hai detto: “sei pronto a non vincere questa volta o a sudare tutto per guadagnare anche solo un passo?” Non ti ho risposto, nello sguardo obliquo da dietro gli occhiali avevo un ingombro di pensieri che se avessi iniziato a parlarne non ne saremmo usciti per giorni.
Sembra di essere in apnea, solo che non giochiamo a quanto tempo restiamo con la testa sott’acqua, ma a quanto riusciamo a isolarci dalla realtà. Hai lo stesso piglio quando non devi guardarmi e sei in camera tua o al lavoro? Riesci così bene a isolare i pensieri e a stabilire a cosa pensare senza avere un minimo di cedimento?
Hai detto: “decido io cosa è giusto”. Ti ho risposto: “sarebbe una vera novità far decidere”.
Poi sei andata via nascondendo bene il sorriso, che era l’unica cosa che contava.

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