Notte
(Marlene Kuntz)

Mi dispiace veramente
che sono ancora qui a parlare di noi,
ma è il mio modo di espiare
colpe a cui non sono date
alternative valide.

E c’è la notte che
mi conturba con tutta la sua intimità:
questo fa con te?

Prima come una folata
ti ha segnata con le lacrime:
era l’ira minacciosa che soffiava
dalle nostre bocche
amare e stupide.

E la notte ti preserva
dalla mia intimità,
ma chissà se ti riserva
il desiderio e la paura della bontà,
come fa con me.

Eri così bella nella tua complicità,
l’anima gemella della mia felicità.
Ero io così per te, ma l’incantesimo
la mia bacchetta l’ha spezzato poco a poco.

Ti dispiacerà per sempre
che ero ancora lì a parlare di noi?
Ma mi son messo a camminare
e confido che qualcosa, prima o poi,
mi distrarrà:

c’è la nebbia e il suo biancore,
c’è un ubriaco da sorreggere.
Io vorrei solo scoprire
se anche tu hai delle colpe che
non puoi eludere.

E la notte ti preserva
dalla mia intimità,
ma si insinua lentamente
tra i velami della mia sensibilità:
questo fa con me.

Ero così bello nella mia complicità,
l’anima gemella della tua felicità.
Eri tu così per me, ma l’incantesimo
la tua bacchetta l’ha spezzato poco a poco.

Eri tu così per me,
ero io così per te,
eravamo l’un per l’altra incorruttibili.
Eri tu così per me,
ero io così per te
ma l’incantesimo si è spento poco a poco.

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