ruba lucidità alla mente, si mangia battiti del cuore. La paura rende codardi anche quando in realtà non lo siamo, frena le passioni, appone scuse, una miriade di scuse.
La paura limita il naturale corso degli eventi, giustifica – blandamente – un operare piuttosto che un altro, crea muri di ragioni che si sgretolano davanti alla realtà delle cose, fa rifugiare nelle sicurezze stantie che non bastano più come riparo, ci impone di inventare storie inverosimili per tutelarci ancora.
Puntare il dito, alzare la voce.
E l’amore nella paura crea guai soltanto maggiori.
La paura di prendere, la paura di lasciare, la paura del dopo.
Quanta paura.
“Ma tu pensi veramente che io abbia paura di..”
Ogni qualvolta si tenta di minimizzarne una, di negarla, non si fa altro che ingigantirla, amplificarla.
Anche io mi sono ritrovato immobilizzato in una posizione, con lo stomaco stretto, i denti serrati incapace di fare un passo decisivo per affrontarla, sviando, posponendo, lasciando che fosse, appagandomi falsamente di fare l’equilibrista in condizioni precarie, perché era più comodo, perché ero spaventato nel conoscere il mio reale valore.
Non era quello che mi dovevo, però.
D’altronde non sai mai se il fuoco brucia sul serio finché non ci metti la mano e lo senti, finché non ne avverti sui palmi quanto sia rovente.
L’unico modo tangibile che esiste per esorcizzarla, per superarla, è quello di guardarla in faccia, mettersi in gioco, rischiare, e dirsi “ok, proviamo, magari ne vale veramente la pena, magari una volta superata ogni cosa sarà migliore e comunque andrà, me la sarò tolta di torno”.
Non farlo logora, alimenta le bugie che dobbiamo a noi stessi e agli altri.
Non farlo ci costringe in una teca di non vissuto che si fa sempre più stretta.
Toglie aria.
Non farlo limita il raggio di azione, ci rende peggiori.
Non farlo ci impone di vivere nel limbo dell’intentato, annotando rimpianti.
E nessuno vuole qualcosa del genere.
Perché siamo più forti della paura, non è vero?
La vigliaccheria non ci appartiene.

“Ed io ti guarderò e se vorrai ti seguirò, 
se sarai stabile tu non aver paura, 
tu non aver paura.”
(Nek – Instabile)

Ora non fa più paura.

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