E domani ne metti un altro sulle spalle,

spalle grandi e forti, non c’è che dire.
È stato il nostro anno più difficile, ho fatto veramente fatica a controllarmi, ma so bene che non era stata una contrapposizione sterile la tua, ma figlia dei retaggi che per una vita hanno spinto in un determinato senso per diventare l’uomo in gamba che sei.
Ti ricordi quando mi tenevi dal sellino il giorno che hai tolto le rotelle dalla bicicletta? Avevo paura e sentivo che non ce l’avrei mai fatta se mi avessi lasciato, ma quando pedalando, sicuro della tua presenza, mi sono voltato indietro per guardarti, tu non c’eri e sorridevi:
“Visto? Ci sei riuscito.” avevi detto.
Ecco, in quel momento ho sentito un orgoglio indescrivibile dentro, lo sentivo che eri fiero di me, completamente.
Lo sei stato tante volte, anche dopo, ma il nostro modo di vivere la vita in maniera contrapposta ha ammutolito quella semplicità di esprimere che avevamo quando ero un ragazzino.
Non è colpa di nessuno papà, hai fatto lo stesso grandi cose per me.
Ridevi l’altra sera, ridevi perché dovevo chiederti la macchina (martedì è vicino, tranquillo) – e avrei voluto fosse una costante. Poi quando mi hai visto uscire dalla doccia in accappatoio con già il telefono sull’orecchio hai iniziato a sfottermi.
Lo sai, lo so.
Tra poco certi automatismi non ci saranno più.
Un po’ come nel periodo milanese ci vedevamo una volta al mese se andava bene.
Però in quei momenti, sai, senza la pesantezza del confronto continuo, ho imparato a conoscerti.
Dopo l’infanzia, quando hai iniziato a girare per il mondo, ho avvertito il peso della tua assenza, mentre quando poi sei andato in pensione, ho avvertito il peso della tua presenza.
Anche se le parole, col tempo, si sono ridotte all’osso, sono certo che la nostra stima sia reciproca.
Mi ha raccontato mamma di come hai parlato di me ad un tuo amico, delle soddisfazioni che ti ho dato nonostante la mia testa, addirittura gli hai detto che ho venduto un migliaio di copie dei miei due romanzi: quanto sei fatto strano!
Comunque ho una sorpresa per te e stanotte, quando sarà mezzanotte, sarò curioso di vedere la tua espressione.
Sai non è stato sempre facile essere tuo figlio, sei stato molto duro, categorico in certi contesti ed io fin troppo ribelle per altri aspetti.
Ad ogni modo grazie, se sono sereno, se sono a questo mondo, se la vita comunque è in una fase difficile, ma lo stesso tanto promettente, lo devo davvero anche a te.
Buon compleanno pa’, spero ce ne saranno ancora tanti.
Ti voglio bene.

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7 thoughts on “E domani ne metti un altro sulle spalle,

  1. buongiorno gianni!!!:)
    bellissimo questo post! stupenda l’immagine di un papà che insegna!:):) cmq penso che dovresti far leggere anche ai tuoi quello che scrivi! per il resto come va? non scriverai più di follia?? avevo letto la tua risposta ad altri commenti prima che il post diventasse privato.. ah! non ti ho mai chiesto di che colore hai preso la macchina… bianca?!:) auguri al padre del poeta.. un bacio!:):)

  2. Buongiorno Ale 🙂
    grazie, sei sempre carina nei miei confonti.
    Beh, credo che una delle immagini che diano atto all’amore di un genitore sia da ricercarsi proprio nell’insegnare e nel non aspettarsi nulla indietro 🙂
    Per il resto va tutto bene, sai il periodo caotico, ma certe novita’ sono troppo allettanti:-)
    Non ho mai detto che non scrivero’ ancora di Follia se ne avro’ voglia. Non abbiamo litigato o avuto incomprensioni, anzi! Abbiamo scelto quello che abbiamo scelto per delle ragioni, ma viste e lette alcune reazioni dopo l’ultimo post su di noi, preferisco mettere la password come gia’ facevo da un po’: tanto alcune cose possiamo capirle soltanto io e lei 🙂
    La macchina e’ nera metallizzata e ieri ho acquistato il primo accessorio al quale non potevo rinunciare XD
    Mio padre ringrazierebbe per gli auguri, ma no, non gli faro’ mai leggere quel che scrivo qui, bacio!

  3. quanto vorrei conoscervi di persona per capirvi!!!!:):)
    ma invece perchè nn vuoi far leggere il blog ai tuoi?!bacio!

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