Odiarmi, disprezzarmi, ne hai tutti i motivi. Come scritto in precedenza: non sono di quelli che si muovono per il senso di colpa. Non mi viene naturale. Allora perché immaginare di poterti parlare ancora una volta? Non lo so, probabilmente perché quando qualche tempo fa ci siamo incrociati, quel silenzio mi è pesato. Venivamo da pensieri, posti e condizioni diverse: un crocevia di differenze a nemmeno due metri da te. Eppure avrei  voluto pronunciarlo un “ciao”. Tuttavia mi è parso così fuori luogo che me lo sono strozzato in gola e ho tirato dritto. Hai mai avuto l’impressione che pure essendoci milioni di altre minuzie, la messa a fuoco si concentri  soltanto su un particolare dettaglio? E il dettaglio era proprio lì e te ne risparmio una descrizione accurata. Non immaginavo tutta la vita che c’era stata prima di incontrarti, non potevo immaginare quella che sarebbe arrivata subito dopo e né quella che sto incontrando adesso. Non immagini mai nulla di quello che sarà, nonostante supposizioni e proiezioni ideali. È così, va così, un po’ te la cerchi, un po’ viene da sé. Credo tutt’ora che tu sia una ragazza eccezionale, non sono il silenzio o il rancore che provi nei miei confronti a cambiare quello che penso. Rimpianti no, non ne ho, con questa testa del cavolo che mi ritrovo, ma so che non mi avresti mai deluso e ciò ha valore, perché sono proprio le delusioni a fare male quando la fiducia che provi in qualcuno viene incrinata, buttata via. Non mi dilungo oltre, spero e ti auguro soltanto di stare bene e ti ringrazio ancora per avermi sopportato, per il tempo in cui ci siamo fatti compagnia e, soprattutto, mi scuso per quanto ho sbagliato. Sono certo farai grandi cose e so già di non sbagliarmi pensandolo. Questo è un conto che pago volentieri.

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2 thoughts on “Tu sì, tu ne hai diritto.

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