è quello che adesso non sai, non puoi conoscere quello che non hai vissuto. Hai ascoltato parole, discorsi banali e più sofisticati, da tanti costruttori di verità assolute: verità soggettive, personalizzate e null’altro. Un mondo edificato sulle impressioni, mai niente di tangibile. Non ho ben chiaro chi sono, se un saltimbanco della vita, se un anomalo clown che racconta i turbamenti di chi l’ascolta o, semplicemente, un uomo tra gli uomini. Di certo, so di essere sempre in guerra con me stesso: faccio la guerra per trovare pace, una pace che non arriva mai, nella trincea di brividi e paure usurate e recenti. Ho un cuore necrofilo che si scopa a sangue le emozioni ormai tiepide per raggiungere un orgasmo che fa godere a metà, fra le lenzuola disfatte di un letto chiazzato, coperto da odori che non riconosco.
Dovrei milioni di grazie che ora mi sfuggono dalle mani a chi c’è senza chiedere nulla, a chi sa che presto o tardi raggiungerò l’uscita da questo fazioso labirinto comunque familiare. Il mio destino è quello dell’ingenuità, dell’edificatore di sogni per non rimpiangere nulla, perché possa affermare di aver sempre tentato. Ad ogni svolta ci sono suggeritori pronti ad indicare la via da seguire con la prerogativa di riavere qualcosa indietro, tuttavia per rimuovere ogni traccia di dolore ce n’è soltanto una. Io non ho un cazzo incapace di intendere e di volere.
Non è niente di importante, comunque, una storia fra milioni di storie di questo mondo che va troppo di corsa mentre provi a frenare schiacciando il corretto pedale. Userò il freno a mano. Gli aranci rimangono sempre lì, quasi sospesi a mezz’aria, sembra che per loro il tempo non abbia consistenza, se potessi entrare in un romanzo della Rowling però, ruberei quel fottuto giratempo per andare a trovare i miei ieri e vedere com’ero, com’era. Ho la scrivania ingombra di progetti vecchi e nuovi, cerco di fare ordine e apporre scadenze e priorità passando le mani nei capelli indomabili di un barbiere che mi rivedrà soltanto oggi. Mi tiro al lucido dopo una doccia che lava via un’altra notte troppo corta e scendo sorridendo sinceramente al pubblico. Nessuna smorfia, nonostante il fetore acido di piscio che si sente, perché le bugie non si curano con le scuse, lo sai anche tu.

la vita è vita per chi sa trovarla ora e qui,
dentro il gesto di un amico, dentro un giorno senza sole,
anche in un amore mai finito che ti fa morire,
la speranza si nasconde dove non la cerchi mai.
(Marco Masini – Fino all’ultimo minuto)

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5 thoughts on “Quello che adesso non vedi,

  1. ciao gianni..questo post è davvero…… forte!:):) leggo e rilgeggo e non capisco come fai a immaginare una frase del genere “Ho un cuore necrofilo che si scopa a sangue le emozioni ormai tiepide per raggiungere un orgasmo che fa godere a metà, fra le lenzuola disfatte di un letto chiazzato, coperto da odori che non riconosco”!!!!!!! è stupenda!!!:):) tu dici di non sapere chi sei.. ma mi sembra così naturale pensare a te come un poeta un pò tormentato!:) bello bello bello! grazie per questi momenti.. un bacione!!:)

  2. inchiodi i momenti gianni te l’ho detto,e anche se il tuo sito mi sta antipatico,note come queste fanno capire il mondo a parte che sei:)

  3. Non ti sei regolato!:-D
    P.S. Peccato che il tuo amico sia capace di intendere e di volere!!!!!:-***

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