Qualche parola di troppo e qualche parola lasciata in disparte,

perché i silenzi hanno un loro valore, sono in alcune circostanze più espressivi di quanto una terminologia appropriata permette. Nei silenzi c’è il tutto e niente di una sensazione, maggiormente se associati ad uno sguardo, un gesto, un contatto forte o lieve. Il silenzio ha la stessa forza delle parole. Nei silenzi di un amore che nasce o finisce, ad esempio. Il silenzio agisce sulle emozioni, la parola sulla ragione.
Non c’erano rumori l’altra notte, sempre che il battito del cuore possa essere considerato rottura del silenzio, ma c’erano pensieri e sovrapposizioni degli stessi a fare confusione, perché ci sono momenti in cui l’urgenza di proseguire, domanda di capire dove si sta andando, quale strada si sta percorrendo. E le risposte, spesso, non sono così chiare come si vorrebbe, quello che si avverte non è in sincronia con il senno e qualche dubbio viene. Quello che vuoi può non essere così certo come da principio. La meta, il fine, perde di trasparenza. Si può posporre, comunque, decidere di rifletterci in un momento successivo, accettare che non vi sia una risoluzione immediata, sarebbe però un appuntamento soltanto rimandato. Allora ho ricordato le persone che sono state in grado di mettermi in difficoltà, non sotto un aspetto qualunque, ma proprio sotto quello squisitamente sentimentale, perché sono state quelle che mi hanno insegnato di più, quelle che mi hanno costretto a fare un ulteriore passo avanti, a crescere, superare – volente o nolente – gli impedimenti che provavo. È stato solo un altro passaggio, l’accettazione che di imparare non si finisce mai veramente, anche quando la consapevolezza di te è in linea con la realtà delle cose e tutto sommato non devi preoccuparti di nulla. Ed era rimasto il silenzio, quello che precede il sonno e qualche sogno, con un mezzo sorriso che si forma sul viso e la tranquillità di chi ha riconosciuto la sua strada.

Per me che ho messo via le maschere,
scegliere qui la tua libertà,
mi aspetto un cielo senza nuvole,
cuore sincero, irreprensibile.
(Renato Zero – Fammi sognare almeno tu)

Related Posts

8 thoughts on “Qualche parola di troppo e qualche parola lasciata in disparte,

  1. Ciao Gianni e buona domenica…
    Molto belli e veri gli ultimi due post…
    Nei silenzi a volte ci sono davvero tante cose…e spesso un silenzio può fare tanto male e avere la stessa forza di una parola…lo penso da sempre e da sempre sono contraria ai silenzi che possono solo portare incomprensioni e anche fraintendimenti.
    Possono fare un grande rumore….”Fanno un gran rumore dentro quei silenzi tuoi” e lasciare anche un grande vuoto.
    Qualsiasi silenzio ti lascia sospeso a metà e non è una bella sensazione!
    Un caro saluto!

  2. Ciao Martina,
    mi fa molto piacere sentirti, spero – come al solito – che le cose vadano meglio. Mi associo a te, comunque: anche io sono contrario a quei silenzi che tolgono e alimentano incomprensioni, rabbia, scoramento e tutto quello che di negativo ti viene in menete. A volte penso: ma sì, ora mando questo benedetto sms, faccio questa chiamata e sistema quella o questa situazione. Però poi mi dico anche che potrebbero essere loro a fare il primo passo, perché devo farlo io? Un limbo infinito di tutto e niente… Una sorta di lotta tra dignità ed orgoglio di cui scriverò domani 🙂
    Il tempo, al solito, ci darà le giuste risposte…
    Buona domenica, un abbraccione!

  3. Eh penso che nemmeno con troppo orgoglio si possa fare tanta strada però può accadere che l’orgoglio non ti faccia fare quella chiamata…
    Ma come dice tu non è solo orgoglio ma è anche dignità quella che troppo spesso manca ai più.
    A presto ciao!

  4. D’accordo in toto.. Ma è un “gran bel film”, con i dovuti colpi di scena e voglie e pensieri qualche volta volubili 🙂
    A presto!

  5. Alle volte, il silenzio, ha una forza tale che nemmeno parole e gestire sarebbero in grado di eguagliare. Una forza che può essere in grado di creare magnifici eventi, ma che allo stesso modo -forse molto più facilmente- sa distruggerne di più grandi.
    Ci sono casi in cui è scelto, in cui è voluto e altri in cui è solo l’istinto di una difesa che poi si tramuta in offesa e che esce senza poterlo fermare anche se il desiderio ci sarebbe.

    E sono sempre quelle persone che ci fanno del male, che ci portano all’angolo, a cui poi dobbiamo tutto. Dobbiamo le nostre resurrezioni, le nostre ripartenze ed evoluzioni. A loro dobbiamo quello che siamo nel momento in cui lo capiamo, ma non gli dobbiamo anche quel famoso “grazie”, perché non è di un favore che si tratta, di un qualcosa che ci serviva in quell’istante e se proprio sentiamo la necessità di dirlo, beh..andiamo davanti uno specchio e togliamoci sto peso 😉

  6. Condivido la forza del silenzio, condivido – a volte a malincuore – quello imposto, convido i grazie dovuti, però, oh, non dimentichiamoci che seppure la spinta di alcune evoluzioni è dipesa da terzi, il percorso lo facciamo noi 🙂

  7. Sì sì, senz’altro. Era solo un frammento di quello che poi noi facciamo, perché per inerzia si può andare avanti, ma alla fine la forza di questa spinta -per quanto potente possa essere- finisce e se non ci si muove da soli, si rimane fermi.

Rispondi