non ci saranno sorprese inaspettate oggi e già questo – per quanto spesso il contrario mi abbia ripagato con sensazioni irripetibili – è una base salda dalla quale ripartire.
Forse, l’unica cosa che sul momento mi aveva in parte infastidito, era stata la celerità con la quale milioni di cose andavano dette ed ascoltate. Un problema di tempo, mai tutto il necessario. Avrei avuto voglia di valutare in maniera congrua alcune aspetti, invece sono rimasti lì abbozzati e delineati soltanto nei miei pensieri.
Pazienza: il tempo d’altronde comanda sempre.
Si cambia di nuovo, cambia la scena, ogni cosa passa e si torna dove si era, dove l’amore e il sesso – probabilmente – erano solamente un’idea appena tracciata.
Un assaggio.
Un assaggio di quello che potrà o non potrà essere.
Un bracciale con un diametro troppo grande rispetto alla mano che deve mantenerlo al suo posto, finirà per scivolare via, presto o tardi.
Io l’avrei raccolto, senza dubbio, ma si sarebbe graffiato, sporcato, rovinato, forse rotto: meglio stringerlo o aspettare che il polso cresca.
Non era la mancanza di pazienza a circuire una decisione, la voglia che non avrei voluto, le percentuali diverse che dividevano una cosa da un’altra, ma l’eventualità che la confusione non si fosse aggrappata anche alla mia sensibilità: troppi input, meglio due passi indietro, meglio rivedere le trame che mi avevano portato a quel presente, meglio capire le condizioni, che spingere ancora più cuore in una vita.
Imparare dai gamberi.
Perché nelle vite delle persone si entra senza che ce ne accorgiamo, prendiamo spazi, prediamo fiducia, prendiamo affetto, abitudini, parole, atteggiamenti e qualche volta amore.
Io sono un ladro.
Mi ero posto di tre quarti, c’era un corpo in fin di vita riverso dalla mia parte.
Era quello del sentimento.
Ascoltavo attento e convinto, giravi una sigaretta, quasi che in questo modo una prospettiva che non mi apparteneva ancora completamente, potesse calzarmi meglio addosso. Si può trovare un punto di partenza, anche dove non vi è linea di demarcazione.
Solo che io quella linea l’ho cercata ed infine impressa, fatta mia: cosa c’è di più semplice di tornare nei panni di un te stesso che sei già stato?
Nulla, perché io e Gianni avevamo già fatto pace e qualunque me da un certo momento in poi, era stato il miglior me che poteva essere.
Una costante evoluzione che non poteva avere freni, che partiva da basamenti ideali, coltivati ed evidentemente azzeccati. Spesso mi sono sentito una spugna: ho assorbito ogni dettaglio – insignificante o meno – e ho preso tutto quello che potevo prendere.
Perché mi nutro di emozioni, le stesse che poi riservo alle persone che nel mio quotidiano contano, le stesse che di volta in volta vi accingete a leggere qui.
Credo che più della mia capacità di esternarle, sia proprio l’attitudine a sentirle e in parte subirle che faccia la differenza.
Ci rifletto un attimo ancora.
Forse sì, forse c’è un qualcosa che potrebbe sorprendermi oggi.

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2 thoughts on “Non succederà,

  1. Ciao Gianni, buongiorno!
    Ho letto con attenzione questo tuo scritto e rimango interdetta..
    Vi siete lasciati?
    Condivido in pieno il tuo saper esprimere emozioni e il tuo saperle esternare, ogni volta che ti leggo rimango senza parole per via delle tue..
    Non fermarti..
    Buon lavoro!

  2. Buongiorno Sabrina:-)
    Eheh.. vorrei darti piu’ informazioni, semplicemente e’ un’altra fase o meglio, un ritorno ad un’altra fase e quello che sara’… si vedra’ passo passo 🙂
    Eh no, le parole ce l’hai, lo vedi? Mi hai scritto!
    Non posso proprio fermarmi, non e’ nel mio DNA, sono fatto per costituire obiettivi, raggiungerli e andare verso i prossimi:-)
    Buona giornata!

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