Non pensavo di rimettere mano al blog,

ma credo sia giusto congedarsi in un certo modo, ed eccomi qui. Ho scritto tante cose su queste pagine, ma sono state sempre un po’ interpretate secondo il soggettivo pensiero con il quale vi approcciavate leggendo le parole dei miei post. I riferimenti, in realtà, sono stati spesso diretti, celati nelle righe, certo, ma i soggetti di certi periodi sapevano bene che mi riferivo a loro. Tutto sommato mi sento di dire di essere fortunato, ho incontrato e conosciuto molte persone, alcune di queste fanno ancora parte del mio quotidiano e altre, invece, le ho perse per i più disparati motivi, che non sono necessariamente quelli dell’antipatia o della non tolleranza comune, tuttavia so bene di non essere gradito a tutto il mondo che mi circonda. Vuoi perché sembro sempre quello che se la sente “calla”, vuoi perché non ci si prende la briga di conoscersi meglio, vuoi perché non ho paura di esprimere un’opinione in disaccordo con altri o che possa non raccogliere i consensi generali, quelli di tipo accomodanti che fanno filare tutto liscio per far preservare senza problemi il ruolo di ciascuno. Inoltre, e ci sta, penso di aver preso anche io qualche cantonata, valutando alcuni migliori di quello che erano realmente o, forse, semplicemente, per qualche leggerezza momentanea per un bisogno atavico di comunicazione dettato da determinati frangenti. Sono umano pure io e se ogni tanto ho avuto dei cali non credo di dover essere crocifisso, anche se mi rendo conto che ad altri questi stessi cali possano aver consegnato indietro del disagio. In verità a me delle chiacchiere sul mio conto frega assai poco, non mi ci crogiolo, non di sicuro, ma proprio non mi toccano. Continuo a credere che chi si sofferma sui fatti degli altri, viva una vita non appagante o non piena e quindi, posto che poi ci siano casi limiti in cui il significato di tale atteggiamento è diverso, mi dispiaccio per loro, ma senza crucciarmene se divento motivo di discussione. Credo, nei rapporti che contano, di aver dimostrato la mia integrità e il mio impegno di voler fare qualcosa di buono e comunque, ogni mio gesto è sostenuto da un intento benevolo perché non è mia prerogativa ferire chicchessia, ma l’esatto contrario e qualora avessi sbagliato, pur mettendoci tutta l’attenzione possibile, sono da sempre disposto al dialogo assoluto senza sbattere la porta in faccia a nessuno e questo è riprovato dal fatto che molte figure del mio trascorso sono tornate sui propri passi per tentare di riavvicinarsi e dunque o sono tutte estremamente buone o stupide, o, semplicemente, nel tempo, sono stati rivalutati fattori che nel momento non erano comprensibili. Non è un problema restarmene in disparte, semplice spettatore e non attore, accettando qualunque critica, presa per il culo, offesa o dito puntato contro. So quello che ho fatto, perché l’ho fatto e come l’ho fatto, rimango una persona integra e con una propria morale, contestabile come si può contestare ogni cosa, ma tanto è. Si tratta di un nuovo inizio, e davanti ad un inizio succede che ci si lasci qualcosa alle spalle, mentre qualcos’altro resta con noi. Vediamo chi resta. Discorsi maggiormente personali, invece, li relego ad altre sedi se mai ve ne sarà occasione.

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