dal totale rammarico che presto si farà sentire, non totalmente, non come accadrà tra poche ore, tra pochi giorni. Lui, il tempo, si porta via un’altra parte importante della mia vita, così, come se fosse la cosa più scontata del mondo, come se non avesse un prezzo, uno sforzo, un dolore. E i flashbacks tornano facili alla memoria, rendendo il nostro legame ora reciso, più chiaro. Ricordo quando nella tediosa sicurezza adolescenziale mi venne accanto, chiedendomi con umiltà, di superare gli screzi con Giulio.. Perché sapeva che suo figlio aveva bisogno della mia parte razionale, anche se non potevo comprenderlo. Giulio la follia, io la razionalità. Peppe vedeva oltre e sapeva che così ci saremmo equilibrati. Ancora quella notte assieme sulla sabbia mentre gli altri continuavano a mangiare la carne cotta sul barbecue bevendo senza sosta e lì, nell’itimità di mare che si riversava sulla sabbia, scoprivo i suoi segreti maggiori, i suoi insegnamenti migliori. Ricordo purtroppo bene, quanto riponeva in questo nuovo anno che lo ha portato via, nelle speranza e nei sogni che non ci sono più e che ora fanno piangere. Mi sembra tutto così sciocco, stupido. Dove sono i giorni a ridere con un buon vino in mano? Dove sono le voci bisbigliate in cui gli esternavo le mie paure? Dove sono i suoi consigli sinceri ora? E’ questo diventare adulti? Caricarsi ogni giorni di responsabilità, sentire la vita che ci sfugge di mano, vedere i propri sogni sempre più distanti, sempre più irraggiungibili. Non voglio crederlo e non potrei accettarlo. Ma perché allora una vita deve finire così? Potessi tornerei alla mia adolescenza, a quando la responsabilità era tutto al più passare qualche ora sui libri. E il resto erano le partitelle di calcio, le nuotate l’estate, le risate con le ragazzine che affascinavo con i miei modi. Le chiacchiere con Peppe, quando mi raccontava della sua vita e di come presupponeva sarebbe stata la mia. E’ tutto così sbagliato. Ingiusto. Non sono infelice, mentirei. Ho una persona splendida accanto, due genitori fantastici, un buon lavoro, degli ottimi amici. Eppure il peso dei vuoti che hanno lasciato persone come Serse, Alberto e ora Peppe.. Non riesci a colmarli mai.. E la tragedia non sta tanto nel non riuscire appunto a colmare questi vuoti, ma quanto nell’ apprendere tristemente, che se ne aggiungeranno degli altri. E come è già accaduto prima di oggi, mi prende il bisogno assoluto di vivere, di sentirla ADESSO questa vita, sentirmela ADDOSSO. Manifestarla, gridare amore, cercare solo serenità, tralasciando il dolore e il rancore che troppo spesso prendono il sopravvento. In bocca al lupo Peppe, posso solo sperare, che dovunque sei ora, ci sia davvero solo pace.

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