accanto, nessuna alternativa  valida, convivenza forzata, saresti pure disposto a pagarle un altro alloggio, un’altra locazione, ma non è possibile e rimane solo l’arrendevolezza. Hai un altro volto, occhi più chiari, così come i capelli. Un altro slancio, un altro modo di sorridere e presto sarò tuo, non solo come compagnia riservata, come intimità emotiva, ma anche nella elementarità fisica. Perché il tempo, cancro della vita come amo definirlo io, ha già stabilito il piano e non puoi opporti nè negarti nè fare finta di nulla. E tracci le ultime righe, come quando smozzicavo parole sotto la vecchie fermata dell’autobus davanti casa di Gabriella. Che aveva gli stessi occhi che incontro in te adesso, solo che allora era fine, ora è inizio. Poteva accadere prima, accade adesso e non domani. Ne hai di malinconie mal celate, evidenti specie quando con lo sguardo ti perdi in un punto indefinito dello spazio che hai intorno o come quando guardi lui e non sai bene se è giusto o se puoi fare di più per aiutarlo. Sei più brava di me in questo, non avrei la stessa forza tua, se i ruoli fossero invertiti probabilmente cederei al panico, ma tu no, tu hai polso e ti ammiro per questo. Vorrei espormi in maniera diversa, esprimerti quello che poi rimane infilato nelle tasche del cuore, ma non ci riesco, non sempre riesci a dire tutto e spero che tu intuisca, perché ci sono strade che riesci a camminare senza fatica, altre dove per condizioni diverse puoi solo arrancarle. Un applauso a te, prima di me, perché hai dimostrato e non tutti riescono; un applauso a me, perché ho accettato l’idea di avere accanto te.

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4 thoughts on “Sempre lì,

  1. ‘Sempre lì, accanto, nessuna alternativa valida, convivenza forzata, saresti pure disposto a pagarle un altro alloggio, un’altra locazione, ma non è possibile, e rimane solo l’arrendevolezza.’

    problemi col coinquilino immaginario?! 🙂

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