simil-invernale e rende bene l’idea. Quand’è così, è facile perdersi in nostalgie di un passato che torna a farci visita.
Ieri sera con Luca, mentre tagliavamo Ostia in lungo e in largo in un giro in macchina che non finiva mai, abbiamo ricordato momenti che oggi non ci sono e non possono esserci più.
Mi sono chiesto, oltre quello che mi raccontava, di cosa passasse nei suoi pensieri, di quanta nostalgia provasse per il rapporto più importante da poco perduto, di quanto avesse amato Angela.
Di quante vite si incrociano nelle vostre vite, un cavalcavia di facce e cuori e dolori e umori e pensieri che vanno apparentemente senza un senso.
Poi la musica passava di sottofondo, Vasco, Baglioni, Eros, Raf e la Pausini.
Poi guardi il cielo, “che avrà fatto oggi?” Allora ti immagini lei a lavoro che scrive con lui e non è malinconia la mia, è come quando scrivo il mio libro, vedo cosa fanno ognuno dei miei personaggi, vedo Ico con i suoi soldi che può comprare tutto, ma no, non può comprare il cuore di Chiara e Chiara che desidera Mattia, ma si sente in colpa verso di Sara e Sara, sileziosa, che piange l’addio regalatole da Mattia. Ecco, così, la immaginavo come uno dei miei personaggi e allora la vedo mentre timbra e saluta il signore all’entrata del lavoro, dietro la vetrata, eccola che cerca le chiavi nella borsa, entra in macchina, si sistema sul sedile e tira fuori il cellulare lo apre e collega l’auricolare mentre parte la chiamata e inizia raccontargli la sua giornata. Lui magari è ancora a lavoro o forse l’aspetta da qualche parte, si saluteranno forse velocemente o forse ceneranno insieme, per poi magari aversi.
Poi la vedo entrare in casa, stanca ma bella, perché una rosa è sempre bella e nei ricordi lo è ancora di più. Eccola salutare chi è seduto in tavola o chi sta guardando la televisione, due chiacchiere, le solite domande rituali. Poi la immagino posare le sue cose in camera in quella stanza dove quello che ricorda noi due è stato prontamente sostituito o scatolato. La immagino spogliarsi davanti alla scarpiera a specchio e indossare il pigiama giallo, dopo essere passata dal bagno, magari accendere il pc, scaricare la posta e portarsi dietro la piccola stufetta, così che il freddo non la colga mai impreparata. Poi forse due parole su messenger, saluta lui e chi è on line, non bada a me o a questo spazio e una volta stanca, spegne tutto e si mette a letto sognando la sua nuova vita e non concedendosi nessuna nostalgia. Mi piace pensare che sia più forte oggi, più forte di come l’avevo conosciuta io e mi piace credere, nonostante tutto, che con lui abbia trovato la serenità che cerca. Mi piace pensare poi che spenga i cellulari e che io non entri mai nei suoi pensieri e che se mai accadesse, fosse semplicemente per disprezzo e rancore, perché non si può tornare indietro, non si può tornare indietro mai, ma solo andare avanti.
Mi piace credere che saremo tutti felici, presto, di una felicità completa e non a metà, non fittizia. Senza rimorsi, senza rimpianti. Mi piace credere che la vita però la costruiamo noi giorno dopo giorno, si che forse Dio sa molte cose, ma che in fondo ci da libero arbitrio nelle scelte che facciamo. E allora si cammina è andata così, come poteva, come doveva. Anche per te Lu’, anche per te Silvie’ e per tutti quelli che passano qui e che sento tutti i giorni, va così ragazzi, va così è la nostra vita e la costruiamo noi, giorno per giorno.

Ho guardato dentro una bugia
e ho capito che è una malattia
che alla fine non si può guarire mai
e ho cercato di convincermi
…che tu non ce l’hai…

E ho guardato dentro casa tua
e ho capito che era una follia
avere pensato che fossi soltanto mia
e ho cercato di dimenticare
di non guardare.

E ho guardato la televisione
e mi è venuta come l’impressione
che mi stessero rubando il tempo e che tu…
…che tu mi rubi l’amore
ma poi ho camminato tanto e fuori
c’era un gran rumore…
che non ho più pensato a tutte queste cose.

E ho guardato dentro un’emozione
e ci ho visto dentro tanto amore
che ho capito perché non si comanda al cuore.

E va bene così…
senza parole… senza parole…
E va bene così, senza parole
E va bene così, senza parole

E guardando la televisione
mi è venuta come l’impressione
che mi stessero rubando il tempo e che tu…
che tu mi rubi l’amore
ma poi ho camminato tanto e fuori
c’era un grande sole
che non ho più pensato a tutte queste cose…

E va bene così…
senza parole… senza parole…
E va bene così, senza parole
E va bene così, senza parole

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2 thoughts on “Il tempo è ancora

  1. Piove. Finalmente piove. E le parole riescono a narrare la tua storia quasi fosse un film… io non leggo: vedo. Hai un grande dono.

    Quello che mi piace di più è la tua capacità di immaginare una tipica giornata di Fra senza ostentare rancore, senza rabbia, nonostante la ferita sia ancora sulla via della guarigione.

    Ti abbraccio!

    Post Scriptum: amo Vasco ma non posso perdonarlo…non ha cantato “Senza Parole” in questo tour!

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