Alle sei e spicci ero sotto casa, Manuela era in arrivo dal lavoro e mi ha raggiunto come anche Marco. Ci siamo trovati cosi, tutti insieme e siamo andati verso l’Elmi a vedere Nunzio poi cosa aveva deciso con Massimo dell’Elmi riguardo alla possibile ultima settimana lavorativa. Non ha deciso nulla, se non che lavorerà giovedì sera per l’ultima volta lì per via di un cenone organizzato. Va così. Va che è brutto e mi rendo conto di essere estremamente fortunato nonostante tutto, ritrovarsi dopo i trenta, senza un impiego fisso, con un mutuo sulle spalle, e diversi debiti da dover risolvere. Va che li ammiro molto, perché nonostante tutto sono ancora insieme, non a sputarsi addosso responsabilità oggettive e non per il ristorante che aprirono insieme e fallito con tutti gli strascichi che ha lasciato. Va che Manuela è l’unica donna che conosco in grado di rimboccarsi le maniche, non pensare a sé egoisticamente come quasi tutte quelle che ho conosciuto, e dare ancora. Oh, alzo le mani davanti ad una persona così. Rimango basito constatando che ormai l’amore è la follia del momento, che non esiste più il sacrificio per il bene della coppia e dove il bene è solo qualcosa da acquistare. Si. Perché poi impari che puoi avere qualunque persona a grandi linee. Che le metodologie sono sempre le stesse e anche le conseguenze. Capisci che l’amore è pura utopia, che fa bene finché dura, ma che non è abbastanza, perché nel momento difficoltà, basta uno che fa gli occhi dolci alla tua blasonata compagna del momento e tanti saluti. Perché mi dispiace ammetterlo, ma alla fine sono solo i soldi a far la differenza, tanti più ne hai, tanto più puoi avere. Triste, certo. E per avere poi che cosa? Una persona che ai primi venti sfavorevoli si ferma e ti lascia camminare da solo? Sai che c’è, allora tanto vale dare 30 euro ad una puttana, anche se ancora non ci sono mai riuscito, sceglierla, svuotarsi i coglioni dalla rabbia, dalla frustrazione, per il piacere del momento e dormire sereni, senza le ansie dell’amore e dal suo coinvolgimento. Per che cosa altrimenti? Per chi? Per la stessa persona che poi magari si specchia nelle vetrine e non pensa a quello che fai per lei e a ciò che rinunci per lei, ma pensa a quello che non hai e non ha e che non puoi offrirle, perché magari fai l’operaio a meno di mille euro al mese, carichi bagagli dentro un aereo, ti spacchi il culo e lavori pure a Natale, per farle un regalo che speri magari le faccia davvero piacere. E grazie a Dio almeno, ho un lavoro migliore.
No, io non ci sto. Io penso a me. Egoista, perché no? Come cantava Vasco: “quando c’ho il mal di stomaco, ce l’ho io, mica te”.
C’ho il veleno dentro, la rabbia che ti logora. C’ho il veleno dentro per tutte quelle che rompono i coglioni pensando di farlo a ragione e non pensando mai a come si sta dall’altra parte. Per tutte quelle che vogliono, vogliono e non sanno mai quanto stai dando dall’altra parte. Che ce la stai mettendo tutta. Per tutte quelle che fanno le brave ragazze, ma che sono più troie di quelle che lo ammettono. Per tutte quelle che mi fanno pensare e molti di voi sanno quanto ami l’amore io, che andare sul lungomare, scegliersene una e svuotarsi i coglioni, sia non la scelta più facile, ma la migliore.

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One thought on “Il veleno dentro

  1. E’ vero. L’amore non esiste, non quello vero che dura nel tempo.

    Non esiste più il rispetto per il proprio compagno/a.

    Ma non credo sia una questione di soldi, non vince chi ne ha di più.

    E’ che non si riesce più a sopportare senza limiti.

    E’ che basta poco per disInnamorarsi.

    E’ che probabilmente non si ama Veramente, è che probabilmente, l’Amore Vero non è mai esistito.

    Questo mondo è troppo vasto, per riuscire a trovare la persona Giusta, e più nessuno, ora, si vuole più accontentare. 🙂

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