Quella di gesti e modi in ansia bella per vederla. Quella del rientro a casa sbrigativo, dello spogliarsi dai vestiti della giornata, tra barba e doccia, per essere perfetto e in orario per lei. La fretta con la quale salutavo gli amici giù al pub prima di andarla a prendere. La fretta di intravederla scendere dalla breve strada che separava la macchina dal portone. La fretta di stringerla non appena mi sorrideva da dietro il parabrezza, la fretta di baciarla quando saliva in auto, la fretta di sentire la sua mano avvicinarsi per intrecciare le sue dita tra le mie. Mi manca lei soprattutto, perché la fretta era soltanto figlia di quanto mi faceva  provare. Si chiude oggi un amore di quelli che molti vorrebbero vivere e che quando finisce chiede di pagare un conto che va oltre qualunque disponibilità. Le carte di credito qui non aiutano. Non aiuta niente a dirla tutta, se non la consapevolezza di aver lottato e dato ogni cosa fino in fondo e quella che la vita – generalmente – offre buone opportunità di riscatto. Queste parole rasentano il massimo del vizio privato in luogo pubblico, perché non ricordo altra occasione analoga in cui ho espresso tanta sincerità. La nostra storia è finita anche perché sono stato abbastanza sciocco in alcune circostanze e perché molte persone, pure nelle battute finali, non ci hanno dato respiro per le più disparate ragioni. Sono stato poi così spesso attento alle sue eventuali mancanze e quindi di conseguenza pressante affinché ponesse rimedio, da non vedere mai pienamente tutti gli sforzi che aveva profuso in molte situazioni. Questo non per semplice stupidità da parte mia, bensì per via di tutte quelle esperienze passate in cui le mancanze altrui hanno portato a problematiche di maggior livello all’interno della coppia. Solo che lei non è come loro, non è come le altre passate prima e avrei dovuto frenare certe congetture mentali. Purtroppo però ci sono giunto troppo tardi e le conseguenti discussioni sono state accesissime. E quando stavo forse per recuperare qualche minimo punto in questi giorni in cui si era chiusa a riflettere, la sua migliore amica ha pensato bene di sottolineare un momento in cui per colpa del senso di abbandono provato e per altri motivi non citabili, avevo pensato di affogare nello stesso senza più combattere. Le persone sanno essere cattive o forse semplicemente idiote. Se sei felice qualcuno stai pur certo starà sperando che le cose ti vadano male quanto prima anziché gioire di quella tua felicità. La pagheranno, da soli, senza che io faccia nulla. C’è un vizio di forma però alla fine degli amori come questo, pure se sei certo che i sentimenti sotto la coltre di rabbia e delusione siano ancora vivi, non si crede mai veramente che chi abbia maggiormente deluso possa realmente aver capito come porre rimedio e che voglia davvero farlo. Peccato, perché ora lo so vivendolo sulla mia pelle. Va da sé che è davvero oggi il giorno zero, quello in cui si ricomincia, me lo devo,  lo devo a lei – perché nonostante tutto sono certo mi vorrebbe già felice – lo devo a voi che mi sostenete da sempre e, infine, lo devo a tutti quegli stronzi e a quelle stronze che non vedevano l’ora che saltassimo e che, per il momento, festeggiano sulle nostre spalle. Considerate le mie responsabilità sulla non perfetta riuscita di alcune cose di questo noi due, la nostra storia per intensità, modi e gesti è stata ineguagliabile, proprio non teme confronti. Questo non per screditare le precedenti, ma perché le parole di chi leggeva i miei post sono state assolutamente congrue con questo mio pensiero. Ci sono stati momenti da film che sono certo gli attori del grande schermo avrebbero recitato volentieri per quanto emozionanti. Adesso è dura. Adesso è dura veramente. Questi primi giorni saranno massacranti, quelli a seguire deliranti, tuttavia a poco a poco riuscirò a distaccarmi da questo pensiero. Non si può pretendere di essere amati, si può pretendere il rispetto per quello che si è dato ed anche avendo sbagliato, ho dato veramente oltre il concepibile. Merito suo e soltanto suo se è riuscita a strapparmi da dentro tanto amore. Mi dispiace proprio che stia qui a scrivere queste frasi, avevo una tale convinzione delle nostre possibilità che ero certo non sarebbe mai accaduto. Quando il cuore batte e senti che sei vivo è comunque la maggior fortuna che possa capitarti. Solo che il mio batteva meglio quando avevo accanto lei. Ne mancherà sempre la parte più importante. Vi devo milioni di grazie, non vi cito personalmente, semplicemente per la paura di dimenticare qualcuno per via della confusione attuale. C’è tanto lavoro che mi aspetta e avrò ancora bisogno di voi. So già che continuerete ad esserci.
Otto mesi fa Eleonora mi aveva detto, nel nostro ultimo incontro, che era incredibile che ci stessimo lasciando, che lei sentiva di essere perfetta per me, beh in parte devo darle ragione, soltanto che io cercavo la perfezione, evidentemente, è il mio limite nell’impegnarmi nei rapporti di coppia ed anche perché come canta Tiziano Ferro, a volte ho bisogno di essere triste. Come adesso che so che la sua scelta è stata la migliore e la più dolorosa. Indubbiamente, c’è un altro capitolo della mia vita da iniziare non appena ripresomi a dovere. Non amo fare la vittima, anzi, spesso e volentieri mi incollate l’etichetta di quello forte, quello che non molla. Non mollo, non mollo veramente, però è pesante il non poter più condividere quell’abbraccio, quella vita insieme che pareva alla nostra portata. Forse l’amore è soltanto l’utopia di qualche mese, anno, forse l’amore – alla pari dei sogni – serve davvero per sopravvivere. Allora se l’amore è questo, il nostro sentimento è stato qualcosa che lo ha sovrastato. Ho fatto per il momento tutto quello che potevo, nel bene – e mi arrogo il diritto di dire che è stato tanto – e nel male – e altrettanto mi arrogo il diritto di dire che è stato poco – anche se quando finisce, chi lascia, è convinto di togliersi una rogna, un grattacapo. Brum e Fru, ora ci sono più, ci sono Gianni e Francesca, come non c’è più un noi due, ma soltanto un io e te. Assurdo. Rimane poi da sbrigare qualcosa al livello pratico, prima di stare serenamente male. Il resto sarà lavoro, tanto lavoro, uscite, allegria ostentata e realmente trovata, qualche sbronza, qualcuna con cui scherzare tanto per fare qualcosa, per poi rendersi conto che è inutile, che nessuna per ora potrà prendere il suo posto. Non adesso. Finisce qui il commiato, credo che più di tutto, mi sia pesato il non essere creduto, buttare giù costruttivamente i limiti nella privazione di un’opportunità. Per qualche tempo, chiaramente, non ci saranno post. Ci sentiamo coi soliti mezzi,

Gianni

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One thought on “Mi manca quella fretta.

  1. ..quel “per il momento” mi ha fatto sorridere.
    un applauso all’ “amica”, e un bacio al mio tesoro.

    buona notte.

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