La fine di un amore non si sconta mai tutta insieme,

bensì un po’ per volta e quanto più il sentimento provato è stato intenso, quanto più si soffre quando arriva il momento del conto, dei saluti, del “grazie di tutto”. E l’amore non lo decidi, non è una scelta razionale, certe alchimie avvengono tra determinate persone solamente, persone che in quel momento si trovano sulla stessa frequenza di cuore.
“Chimica”, dicono.
I giochi di seduzione – nei sentimenti veri – sono relativi.
E quando ogni cosa si conclude, quel che rimane ha il sapore del rimorso, del rimpianto o – ancora – della rabbia che serve a delimitare, distaccare. E se le prime due possibilità sono ad appannaggio di periodi più o meno lunghi  – qualche volta impongono anche fiammanti ritorni – l’ultima è figlia del breve termine, della costrizione del dover limitare, imporre distanze, giustificare valutazioni che non sono abbastanza convincenti per se stessi.
E rimani con te, con i brandelli di quello che è stato tra le mani, col viso stropicciato e un’espressione incredula, come quella di chi si  trova improvvisamente cacciato via da una festa di cui era il protagonista. Ed è una sensazione che pesa e non tutti hanno la forza di affrontarla. Alcuni si tuffano di corsa in un altro amore, nel tentativo di colmare immediatamente la voragine emotiva che si crea dentro per poi finire col ferire chi si ha accanto. Altri provano a battere il ferro finché è caldo, umiliarsi speranzosi che dall’altra parte vi sia un cedimento, un’altra occasione, accettando pure tradimenti, mancanze di rispetto, senza mai mettersi in discussione. E poi, infine, ci sono quelli che fanno tesoro dell’accaduto e lavorano su se stessi, provando a comprendere le motivazioni che li abbiano portati in quella condizione, crescere, maturare, migliorarsi, rimettersi in gioco.
Per tutti, presto o tardi, arrivano l’orgoglio e la dignità in soccorso. Il primo spinge ad andare oltre nonostante il vuoto che permane, la seconda a ricordare il valore che è proprio di ogni individuo, del rispetto per se stessi che deve esistere pure se un’altra persona – per le più disparate ragioni – ha scelto di non restare.
Negli anni ho imparato che il trascorrere del tempo si porta via tutto il male, che il rammarico risiede nel veder morire un sogno realizzabile senza poter intervenire, che il rancore ha vita davvero breve, che uccidere un sentimento tanto vero, quando la gente si accontenta – impaurita di vivere – e spera soltanto di averne uno tra le mani, è il peccato più grande che si possa commettere.

Quanto amore è transitato
lungo questa strada mia,
fortunato, disperato:
non se n’è più andato via.
Quante varietà di amori ho visto,
tutte interessanti ti dirò.
Dai più elementari ai più intriganti,
salvabili, invivibili.
(Renato Zero – Questi amori)

Related Posts

4 thoughts on “La fine di un amore non si sconta mai tutta insieme,

  1. Qualche volta si’, qualche volta pure ne ho, ma la paura nasce sempre da una qualche ragione esorcizzabile lavorandoci su. Percorsi affrontabili se lo si vuole sul serio.

  2. ciao gianni! ben ritrovato!:)
    proprio bello questo post..riprende un pò tutte le tipologie d’amore..penso di essermi trovata in ogni situazione descritta.. 🙂
    credo che alla fine la sola cosa che conta veramente è quella di fare quello che si sente e se ogni tanto ci troviamo un muro.. pazienza.. possiamo aggirarlo!
    buona giornata!

  3. Ciao Ale, grazie 🙂
    Ho cercato di sintetizzare, quanto meglio ho potuto, i pensieri che mi giravano in testa oggi. Credo un po’ tutti quanti abbiamo attraversato le varie fasi e credo come te che fondamentale sia fare quello che si sente. Comunque hai ragione, e’ vero che i muri possono essere aggirati, qualche volta pero’, anche semplicemente abbattuti, specialmente quelli limitanti, ma questa e’ un’altra storia e chissa’, prima o poi prendero’ un filone relativo alla psicologia e alla crescita del se’. Ti abbracio 🙂

Rispondi