delle cose che finiscono. Come quando da bambino in un bar davanti ad un videogioco, senza più monete, restavo triste a fissare il “game over” in bella mostra.
“Ho un po’ di problemi, buon tempo a tutti”
Essenziale, afono. Nessuna esultanza, Nessun clamore: il normale corso degli eventi.
Certe cose a volte vanno interrotte così, sradicando le radici.
Per quanto abbia provato a trovare il minimo comune divisore dei rapporti che si erano stabiliti, sentivo che qualcosa non andava.
Non si è mai abbastanza forti quando si cade dalla scala delle illusioni.
Con una certa serenità, vi immagino a relazionare questa mia esternazione, a dirmi che mi sbagliando, che è stata solamente una mia sensazione, che ci sono mille motivi per questa o quella azione, che sono un visionario, che non sono stato onesto o semplicemente, che questi miei pensieri non vi interessano. Sono importanti per me: scrivere mi aiuta sempre a comprendere a mettere a fuoco in qualunque condizione.
Lo so, non sono di facile gestione. La mia vita è fatta di alti e bassi così stretti che nel giro di qualche ora posso regalare un sogno o strapparlo via. L’imprevedibilità è forse diventata la parte dominante del mio carattere.
Ma non è questo che ha determinato la caduta di tutto, anche se ognuno può dare la propria spiegazione al riguardo.
Il presupposto era che non potevo fare una cernita, selezionando uno per uno chi avrei voluto frequentare ancora.
La mia scelta poteva essere solamente o tutti o nessuno.
Qualcuno potrebbe chiedersi se davvero c’era bisogno di arrivare a tanto, piuttosto che viverla lo stesso così e godermi chi preferivo. Ci siamo incontrati a questo punto della vita e abbiamo camminato un po’ assieme, senza considerare, né io né voi, che ci siamo giunti per altre vie, evidentemente molto diverse.
Un caro amico, tempo addietro, mi manifestò apertamente il suo pensiero sul come gestivamo la concretizzazione degli obiettivi : “La differenza fra me e te Gia’, è che io quando credo di voler qualcosa, provo a partire per raggiungerlo, ma alle prime avvisaglie negative faccio marcia indietro e mi spingo altrove. Tu ci metti forse di più a capire cosa vuoi, ma quando lo fai arrivi fino in fondo, anche se magari scopri che non era come lo immaginavi”.
E forse questo sintetizza, almeno per quanto mi riguarda, i motivi per i quali non ho creduto fosse il caso di vivervi così, senza convinzione. Senza più stima reciproca.
Non era più come lo immaginavo.
Guardando la vita ci convinciamo troppo spesso che la realtà che ci si para davanti sia l’unica. Al contrario, la vita stessa dimostra che ognuno ne ha una propria visione e che possono essere molto distanti le une dall’altre.

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