Il cielo a volte è più scuro,

pure quando il sole è lì a fare capolino. Non scalda, non scalda dentro.  A volte si naviga senza una meta: in mare aperto è più difficile imbattersi in qualcosa di buono, sarebbe molto meglio identificare quanto si vuole raggiungere e seguire la giusta rotta. Una persona recentemente mi ha illustrato di quanto bene si riesca a nascondersi quanto si desidera davvero per il timore di fallire, di pagare un conto che può apparire al di sopra delle nostre modeste possibilità.
Ci si convince di tutto pur di non rischiare di lasciarsi andare.
E la paura è lì che immobilizza e soffoca, che frena i passi, stringe alla gola, serra lo stomaco, zavorra.
Bisogna affrontarla, la paura.
È dura, sì, è dura. A volte per andare oltre bisogna fare scelte che possono sembrare innaturali, tuttavia soltanto così si può essere quello che anelavamo essere: il miglior te stesso possibile.
Averne consapevolezza, è già un buon punto di partenza, anche se affrontare i propri demoni è straziante.
Rendersi conto di tante false convinzioni, abbattere le inutili basi sul quale ci eravamo eretti.
Bisogna poi edificarne di nuove.
Dopo un lavoro che appare lungo una vita, ci si specchia e s’incontra quel sorriso che non è più schermato da nulla e che finalmente riflette l’essenza di quello che siamo.
Si fanno passi piccoli poi, perché non tutti sono in grado di riconoscerti e per osservare ogni cosa con attenzione, perché tutto è diverso, tutto ha un altro sapore.
E poi si vuole rimediare agli errori commessi, lenire dolore dove se ne è arrecato, portare nuova allegria.
Ancora si prefiggono i veri obiettivi, consci di quello che risulta fondamentale.
E non è facile, è un lavoro certosino, ma la determinazione di un intento giusto offre la forza per riuscire nell’impresa.
Infine scopri che certi legami sono più forti e più saldi di prima.
Un nuovo giorno e un giorno nuovo.

Se tutti imparassimo quel che bisogna imparare
fin dal primo momento,
non avremmo più bisogno dell’amore.
(Gregory David Roberts – Shantaram)

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