lo spirare dell’anima, la perdita di un battito, la vita che non procede, il viso e le lacrime. È un giorno senza ritorno, le parole non pronunciate, il silenzio che si consolida. È un film che non ha un seguito, una notte che non trova l’alba, un cielo scuro senza stelle. È la paura della solitudine, una musica che non suona, l’eutanasia della speranza, l’assenza dell’esistere, un film senza una trama, un videogioco senza interazione, una passione che non eccita. È il sole che non scalda, un libro con una sola pagina, una via colma di macerie, un mercato privo di persone, la sensazione di abbandono, la paura di un mai più. È quando finisce un amore, quando dall’altra parte si incontra un “basta” e dalla nostra c’è un “ancora”. E’ quando rassegnarsi richiede di accettare. È quando non si può nemmeno morire, perché devi lo stesso vivere. È il dolore più lancinante che puoi provare, ma passa, passa anche questo, passa come ogni cosa che ti sia capitata. Passa lentamente, inverosimilmente, passa tristemente. Passa con quella sacca di domande accanto che ogni tanto ti riproponi. Passa nonostante qualcosa ti tenga legato dietro. Perché un giorno quella corda cede al passo. Perché un domani – che tu lo voglia o meno – sarà migliore di quanto hai avuto ieri. Perché presto o tardi ti evolverai, imparerai che della tua vita sei tu il centro, nessun altro. Perché l’amore ha delle ragioni, tuttavia le tue valgono di più. Perché nessun amore avrà più importanza delle tue mete, dei tuoi obbiettivi, dei tuoi sogni. Perché il tempo che ognuno di noi ha disposizione abbia congruenza, abbia valore nel momento della scadenza. Perché non c’è una garanzia di seconda occasione e quanto non vivi oggi, potresti non recuperarlo poi. E adesso, se stai male proprio adesso, se soffri proprio adesso, rimboccati le maniche e affrontata tutto a testa alta, la vetta ti sta aspettando: comincia la tua scalata, nessun altro si impegnerà al posto tuo. Ti aspetto lì.

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2 thoughts on “È uno sparo nel cuore,

  1. Il problema è quando il “basta” e l'”ancora” sono parole pronunciate dalla stessa bocca. O meglio, è quando la tua bocca DEVE dire “basta” e il tuo cuore ti urla “ancora”, perché quella persona si è insinuata dentro di te, come un veleno, ma dal sapore più dolce dello zucchero. Il dolore più grande avviene quando DEVI lasciare la persona che ami, con cui, per la prima volta in vita tua, ti sentivi al sicuro e con cui avevi creato una sorta di mondo perfetto in cui rifugiarti. E io l’ho fatto, ho detto basta. Sono sempre stata io il mio mondo perfetto, ecco perché adesso mi sento persa. E non so come uscirne. La mia ragione e la mia razionalità mi tengono su, ma lottano H24 con il mio cuore che grida disperatamente di volere quella persona. Una persona che mi ha fatto vivere in una menzogna per troppo tempo, in una bellissima favola, lo so, con cui, a lungo andare, sarei stata infelice, lo so, con cui mi sarei ritrovata sola, probabilmente più di adesso, lo so. Lo so, lo so, lo so è il mantra che mi sto ripetendo per andare avanti. Ho fatto la cosa giusta, lo so. Ma non credevo che potesse arrivare a farmi così male. Sono quasi le 3 di notte e non riesco a smettere di piangere mentre ti scrivo. Non riesco a non sentirmi stupida, perché le parole di un perfetto sconosciuto hanno fatto vibrare così fortemente le mie ferite. Sto affrontando tutto a testa alta, sono sempre stata una persona forte, “una con le palle”, come si suol dire, ma adesso mi sento fragile come un vaso di cristallo perché ho commesso l’unico errore che non avrei mai e poi MAI dovuto commettere: ho abbassato le difese.
    I ricordi sono come dei pugnali che mi stanno torturando. Passerà, lo so. Ma per adesso non vedo la via d’uscita. Vorrei solo riuscire ad addormentarmi e svegliarmi senza ricordi di quella persona. Ma so che non potrò mai cancellarli, potrò solo trasformarli, lo so. Ma per quanto sappia tutto, chi avevo davanti, chi sono io, quello che devo fare e che ho fatto per salvarmi, so anche che, per come sto adesso, tornerei da quella persona, a costo di rovinarmi la vita. Non lo faccio, e non lo farò, ma l’istinto è quello e tenerlo a bada è dura… molto dura.
    Ti ringrazio per le tue parole, non volendo, mi hai dato una speranza, seppur minuscola e impercettibile.
    Perdona il “papiro” e lo sfogo, ma quello che hai scritto mi ha fatto sentire molto vicina a te ed è stato una sorta di “specchio” per me.

    F.

  2. Ci sono alcune scelte che richiedono un prezzo, un prezzo che non sempre siamo in grado di riuscire ad onorare, pure se siamo convinti sia alla nostra portata nonostante il costo esorbitante. Che io sia uno sconosciuto poco importa, in fondo in momenti come questi ciò che conta veramente è sapere che qualcun altro abbia condiviso situazioni analoghe e che sì, si possono superare come lo farai anche tu, senza dubbio. So che è difficile F., eppure lì davanti ti aspettano altri sorrisi, ne parlavo proprio stanotte con due dei miei migliori amici, di quante volte era “finito tutto”, eppure “ricominciato” in altre vie, in altre strade. Andiamoci a prendere quello che sarà e continua a guardare in faccia la vita: nascondersi è solo un affogare nel dolore e una scusa per non vivere e tu, come hai scritto, “sei una con le palle”.
    Lo sconosciuto ti abbraccia e ti sorride.

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