E se il meglio deve ancora venire,

non è poi detto che quel che c’è sia tanto male, anzi.
Sono giorni insaziabili, affamati, che saccheggiano e rendono indietro con una semplicità disarmante ed in parte divertente.
Qualcuno deve giustificarsi per essere, per compiere un’azione, quasi a dover far muro e difendersi piuttosto che vivere per quel che prova.
L’ho fatto tante, troppe volte.
Averlo compreso prima.
Due leggeri lampioni, quegli orecchini col riflesso di strada, capaci di distrarre lo sguardo mentre lo sguardo spiega meglio delle parole offerte.
Sentire ed ascoltare non sono necessariamente sinonimi.
Ci sono scelte non facili, ma che non sono figlie dell’egoismo.
Era stato particolare constatare come il dito puntato verso atteggiamenti altrui era stato proprio lo stesso atteggiamento da sempre utilizzato.
Il solito gioco – abusato – del guardare la pagliuzza nell’occhio degli altri, anziché la trave nel proprio.
Poi c’è una domanda che pesa ed una risposta che pesa.
Poi c’è un padre che ascolta ed è una gran bella novità.
Poi c’è l’odore che non lavi e che te lo porti appresso qualunque cosa fai.
Poi c’è una notte ferma e silenziosa.
Poi c’è qualche sogno che è meglio non esternare.
Poi c’è una sveglia che suona, si fa mattina presto e c’è un bel sole per ripartire.

..la morte è insopportabile
per chi non riesce a vivere..
(CCCP – Morire)

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