È quello che passa tra un pensiero e una parola:

a volte è abbastanza, a volte è un lasso di tempo assolutamente inadeguato e ciò che separa il giusto dallo sbagliato è un orizzonte sottile, difficile da scorgere. La frase corretta, il gesto adatto, il sorriso adeguato, la smorfia congrua, lo sguardo inerente. Non è impossibile far quadrare tutto, tuttavia  non è nemmeno semplice. Quante volte ci si ritrova sfiniti ad elemosinare tempo o l’opportunità per correggere un errore? Non è sempre fattibile, purtroppo. Bisogna anche fare i conti con quello che si è potuto, molto più che con quello che si è voluto. Perché un desiderio – nonostante un impegno da vendere – può anche rimanere soltanto un desiderio. Ammucchiati in un cassetto, nei versi di una canzone, nelle lettere mai spedite, nel tratto di un inchiostro che ha impresso post-it lasciati ovunque, ci sono i nostri vorrei. Il trucco, il solito scontato trucco, risiede nell’accettazione di quello che è stato, nella non modificabilità degli eventi già accaduti, perché camminare in avanti è nella nostra natura, siamo costruiti per andare avanti, d’altronde. Camminiamo in avanti, abbiamo gli occhi che guardano avanti, mani che si protendono in avanti: perché andare controcorrente? Ed è vero che il tempo è galantuomo. Lungo la strada arrivano nuove occasioni, a volte migliori, a volte peggiori, ma bisogna crederci, provare, alzare la testa in faccia alla vita, senza stare lì a rimuginare, rivalutare, soppesare. Qualche volta è vero, quel che sembra poi in fondo non è, ma altre volte è. È davvero. E intanto il Natale è alle porte, le vie rivestite a festa di luci e vetrine farcite di nuove imperdibili occasioni, nella corsa al consumismo tipico del periodo. Sotto l’albero scarteremo regali presunti, un baratto coerente nel piacere di dare e ricevere. Qualcosa mancherà, qualcosa ci sorprenderà, qualcosa però, sarà proprio come lo avevamo immaginato. Buon weekend e perdonate la latitanza.

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One thought on “È quello che passa tra un pensiero e una parola:

  1. Perchè poi, perchè quando, perchè come. Perchè e sempre perchè. Nell’andare avanti o indietro, ogni nostro fraseggio inizierà così, inevitabilmente. Non conta la direzione che si prende, che sia corrente o controcorrente, quello che veramente importa è che si guardi OLTRE a quella direzione presa.

    Avere una visione radiale, senza focalizzarsi 😉

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